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New York by night
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MANSHIYAT NASER, LA CITTA' DELLA SPAZZATURA 

 

Il Cairo, la capitale dell’Egitto, è una gigantesca megalopoli e Manshiyat Naser è una sua città satellite. Qui un'intera comunità vive nei bassifondi da centinaia d’anni circondata da spazzatura in decomposizione e topi, in mezzo a sacchi enormi di plastica riempiti di rifiuti provenienti dalla Capitale.

Nel sobborgo di Manshiyat Naser gli "zabaaleen" (gli uomini della spazzatura) riversano ogni giorno circa 5 mila tonnellate di rifiuti della capitale egiziana, con carri trainati da asini e camioncini sgangherati. Gli abitanti si occupano poi di selezionare e riciclare i sacchi smisurati di plastica e i vestiti logori in arrivo.

La maggior parte degli abitanti sopravvive rivendendo i rifiuti raccolti nella Capitale vicina, come netturbini solerti in sostituzione al sistema meccanizzato che dovrebbe gestire l'immondizia.

A Il Cairo si getta qualsiasi cosa per strada o nei canali, tra macchine e negozi, animali e turisti. I cittadini, come buoni musulmani, danno la carità agli "zabaaleen" (in maggioranza copti) ma si rifiutano di pagare le tasse non previste dall'Islam, ma necessarie per la gestione tradizionale dei rifiuti urbani.

Gli "zabaaleen", Intraprendenti e orgogliosi, suddividono i quartieri del Cairo a seconda del valore dei rifiuti, sanno cosa e come riciclare. Nel sobborgo di Manshiyat Naser, però, la popolazione vive sommersa da tonnellate di spazzatura, assuefatta all'odore acre e nauseabondo, ai topi e alle mosche che spuntano tra sacchi, elettrodomestici e avanzi di ogni genere. Cavi d'acciaio aiutano a sollevare gli scarti più pregiati, custoditi nelle abitazioni in attesa della vendita. Anziani e bambini collaborano nella separazione della spazzatura, tra una boccata di shisha (il narghilè locale) e un rincorrersi a nascondino.

Purtroppo nonostante le proteste e le polemiche, la situazione non sembra migliorare, ma appare sempre più complicata. Così, lungo le strade sterrate piene di rifiuti e rottami, si svolge la vita quotidiana di questa popolazione. Da palazzoni non terminati in mattoni e cemento si affacciano bambini e animali. La spazzatura è accatastata ovunque, sui balconi, sui tetti piani e negli scantinati.

La "guerra dei rifiuti" vede da un lato aziende europee (a seguito della gara indetta dall'amministrazione locale), che hanno dato lavoro ad alcuni netturbini ma di fatto non funzionano perché ostacolate e tassate. Dall'altro lato gli "zabaaleen" che per difendere il territorio e il loro guadagno, continuano a ripulire la città (seppur parzialmente) e grazie ai quali la situazione non è completamente degenerata. Del resto, lo riconoscono anche varie organizzazioni internazionali, a dispetto delle condizioni indecorose in cui la popolazione di Manshiyat Naser vive, gli "zabaaleen" sono riusciti a mettere su una delle reti di riciclaggio più efficienti al mondo.

La città non è pericolosa, ma se non si è proprio amanti della spazzatura, non è consigliabile visitarla... 

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