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LA COLLINA DELLE CROCI
In nessun altro posto al mondo è possibile trovare un luogo come la Collina delle Croci, nei pressi di Šiauliai: questa montagnola, dove nel corso dei secoli sono state piantate da pellegrini e visitatori oltre 100.000 croci ricche di storia e di mistero, è uno dei siti più visitati del Paese. Le croci, capolavori di arte e architettura, sono state inscritte nel Patrimonio dei beni immateriali dell’UNESCO.
Luogo toccante e suggestivo, testimonia la fede di un popolo che a lungo ha sofferto per affermare la sua identità religiosa e che ha saputo lottareper rivendicare la propria identità nazionale.
Si ritiene che sulla collina di Jurgaičiai, 12 km a nord di Šiauliai, vi fosse in epoca precristiana un tempio in cui si praticavano culti pagani. Le prime croci qui vennero collocate dagli abitanti della zona per commemorare le vittime degli scontri del 1831 e del 1863 tra la popolazione lituana, che protestava contro le vessazioni del regime zarista, e le autorità russe. Diverse persone, nel corso di questi moti insurrezionali, persero la vita per un nobile ideale: quello di rivedere la patria lituana, che in quel momento era solo una piccola parte dell’impero degli zar, risorgere e riaffermarsi nel contesto europeo.
La collina, con le sue croci, si rese ben presto invisa agli occupanti, che stavano tentando, anche con la forza, di russificare e diffondere l’ortodossia nel paese e mal tolleravano i simboli del cattolicesimo. Nel corso degli anni il numero delle croci è pian piano aumentato e anche nel periodo dell’occupazione sovietica (1944-1990) il flusso dei visitatori continuò a crescere a dismisura. Le croci diventarono così tante che Mosca ne ordinò la rimozione spianando la collina per ben due volte, nel 1963 e nel 1973. Ciò, tuttavia, non servì a fiaccare la devozione dei fedeli, che ripresero a piantarle sempre più numerose. Nel 1990 erano circa 50.000 e nel 2000 arrivavano addirittura a 100.000.
In Lituania la costruzione delle croci è un’arte secolare, ed è inserita tra il patrimonio intangibile dell’umanità dall’UNESCO per le gran qualità degli scultori, dei fabbri e dei falegnami che ad essa si dedicano. Questa attività caratteristica, sebbene severamente punita dalle autorità sovietiche, resistette coraggiosamente e si sviluppò durante gli anni dell’occupazione.
Papa Giovanni Paolo II si recò alla Collina delle Croci durante la sua visita in Lituania nel settembre del 1993. Celebrò la messa all’aperto su un altare in legno costruito per l’occasione e donò alla collina e al popolo lituano una grande croce di legno con base in granito sulla quale è riportato il suo ringraziamento per questa grande testimonianza di fede. Alle spalle della collina si trova un monastero francescano, edificato dopo che il Pontefice espresse il desiderio che qualcuno si occupasse della cura e della manutenzione del sito. Oggi la selva di croci è davvero impressionante e non si sa quale sia il numero esatto. Le croci sono di tutti i tipi, prevalentemente in legno e in metallo. Le più grandi e senza dubbio le più belle sono quelle lignee, opera di artigiani locali, veri e propri maestri nella lavorazione di questo materiale. Presso la collina diversi banchetti vendono souvenir e croci di legno, che i pellegrini sono soliti lasciare sul colle scrivendovi sopra il proprio nome, la data e la nazione di provenienza. Qui vengono gli sposi il giorno delle nozze per chiedere la benedizione della loro unione. Tante sono poi le famiglie di lituani in visita e altrettanto numerosi sono i fedeli provenienti dai paesi vicini.
Sono ormai numerosissimi i turisti che vengono a curiosare da queste parti. Sostano qui per qualche minuto, magari raccogliendosi per un momento di riflessione. Anche chi non è spinto dal sentimento religioso qui resta profondamente colpito dalla collina e da tutto quello che essa rappresenta.